Temperatura nei luoghi di lavoro
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mercoledì 30 nov 2022
Il microclima lavorativo è in grado di incidere sul benessere e sulla salute dei dipendenti, nonché sulla loro performance. Temperature troppo alte o troppo basse, così come livelli di umidità inadeguati, possono influire negativamente sul rendimento e la produttività dei lavoratori, aumentando anche il rischio di infortuni e malattie correlate al clima.
Le temperature in ufficio e in tutti gli altri luoghi di lavoro devono quindi rispettare le norme sulla sicurezza sul lavoro. Il microclima deve essere gestito tenendo in considerazione le necessità di ogni stagione per garantire un comfort termico continuativo nel tempo.
Come si misura il comfort termico negli ambienti di lavoro?
I principali fattori fisici che determinano il microclima lavorativo e, di conseguenza, il comfort termico dei dipendenti sono la temperatura operativa, l'umidità relativa, la temperatura radiante e la velocità dell'aria, mentre importanti variabili individuali o soggettive sono il metabolismo, il vestiario indossato e il tipo di attività svolta.
La valutazione del comfort termico prevede l’utilizzo di indici di riferimento diversi in base al contesto microclimatico locale. Gli ambienti si differenziano principalmente in ambienti moderati, i quali presentano condizioni microclimatiche omogenee, e ambienti di severo caldo e severo freddo, caratterizzati da condizioni microclimatiche estreme.
Nel caso della valutazione degli ambienti moderati, gli indici utilizzati sono il PMV (Predicted Mean Value), che predice il valore medio di valutazione del comfort di un grande gruppo di persone e il PPD (Predicted Percentage Dissatisfied) che fornisce una previsione quantitativa del numero di persone che non sarà soddisfatto dal microclima.
Quali sono i limiti di temperatura imposti dalla legge in estate e in inverno?
Il Decreto Legislativo 81/2008 mette in luce come ogni azienda debba provvedere a mettere in atto una serie di misure tramite le quali preservare il più possibile il benessere fisico e psicologico dei propri lavoratori. In particolare, la prima parte dell’Allegato IV del decreto è dedicata alla regolazione della temperatura negli ambienti di lavoro.
La normativa stabilisce che la temperatura adeguata sia connessa con la tipologia d'attività e il consumo energetico, non sbilanciandosi nell’imporre delle temperature obbligatorie. L’Inail, tuttavia, raccomanda di mantenere all’interno degli uffici una temperatura massima compresa tra i 18 e i 22 gradi in inverno. In estate, invece, ritiene che la differenza tra temperatura interna ed esterna non debba superare i 7 gradi, per un massimo di 24 gradi.
Le norme ISO e ASHRAE contengono, invece, riferimenti tecnici riguardanti le attività lavorative manuali a basso dispendio energetico, per le quali si ritiene adeguata una temperatura di almeno 16°. Qualora non sia possibile un riscaldamento generalizzato, bisognerà ricorrere a misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione.
Il microclima negli ambienti di lavoro
Negli ambienti di lavoro al chiuso il datore di lavoro è tenuto ad assicurare, in base agli sforzi fisici previsti e ai metodi di lavoro adottati, un quantitativo sufficiente di aria salubre, che si deve ottenere, se possibile, tramite aperture naturali; in alternativa, attraverso sistemi di aerazione artificiali.
Per un buon microclima, l’aerazione deve essere curata per garantire una buona funzionalità: i guasti devono essere rilevati per tempo e, nel caso di sistemi di condizionamento dell’aria, occorre verificare che le persone non siano soggette a correnti d’aria talora fastidiose.
La questione del microclima negli ambienti di lavoro è uno degli aspetti che si presenta più spesso in estate e in inverno. L’estate e l’inverno, infatti, sono le due stagioni più estreme in termini di innalzamento e abbassamento delle temperature; proprio per questo, in tali periodi l’attenzione al microclima dovrebbe essere massima.
Temperatura ambiente di lavoro in inverno
Con le temperature troppo basse all’esterno, è inevitabile fare un uso abbondante degli impianti di riscaldamento; a questo proposito, bisogna evitare di aprire le finestre per non disperdere il tepore interno.
La gestione di temperatura, umidità e ricambio d’aria durante la stagione fredda è complessa: basta un comportamento errato per creare una situazione di insoddisfazione delle condizioni termoigrometriche.
Temperatura ambiente di lavoro in estate
Quando le temperature all’esterno sono roventi, cala la produttività. L’aria condizionata è spesso un rimedio, ma allo stesso tempo creare un ambiente climaticamente equilibrato, rispettando le esigenze di tutto il personale, può essere complesso. Inoltre, è una soluzione che comporta un consumo energetico ed economico significativo, se non gestita in modo ottimale.
Temperatura ambiente di lavoro in officina
Le condizioni microclimatiche devono essere create in relazione all’attività svolta; le norme ISO e ASHRAE contengono riferimenti tecnici a riguardo. In particolare, per le attività lavorative manuali a basso dispendio energetico si ritiene adeguata una temperatura di almeno 16°. Qualora non sia possibile un riscaldamento generalizzato dell’ambiente, bisognerà almeno assicurare il riscaldamento localizzato dei posti fissi di lavoro.
L’utilizzo del termostato nei luoghi di lavoro
Il DPR n. 74 del 2013 regolamenta “l’esercizio, la conduzione, il controllo, la manutenzione e l’ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici”. Per ottenere il massimo comfort termico ed evitare problemi alla salute la norma suggerisce delle regole generiche da seguire:
Garantire la massima efficienza: durante l’uso dei condizionatori mantenere chiuse porte e finestre e proteggere gli ambienti dal sole utilizzando delle tende. Per un raffrescamento o riscaldamento rapido, evitare inoltre livelli di temperatura troppo bassi o alti rispetto alla temperatura esterna;
Mantenere la temperatura: dopo aver raffreddato l’ambiente è consigliabile impostare la funzione “deumidificazione” per mantenere il benessere termico, abbassare il tasso di umidità presente nell'aria e renderla più fresca e salubre;
Rispettare le tempistiche: per raffreddare o riscaldare un ambiente ampio si deve rispettare il tempo necessario, abbassare o alzare al massimo il termostato non riduce questo tempo e può provocare danni alla salute dei dipendenti;
Proteggere i dipendenti: pulire periodicamente i filtri ed effettuare la manutenzione dell’intero impianto per evitare la dispersione di polveri e rifiuti ed evitare che correnti d’aria fredda colpiscano direttamente la postazione di lavoro.
Temperatura ambienti di lavoro nel 2022
A maggio 2022 sono entrate in vigore una serie di misure prese dal Governo per ridurre il consumo energetico, anche con le regole introdotte dal decreto bollette. Per compensare il taglio del gas russo, è scattata la necessità sia di trovare fonti di energia alternative sia di risparmiare sui consumi.
In particolare, una restrizione impattante riguarda la regolazione del termostato degli uffici pubblici: secondo la normativa, la temperatura interna non può essere superiore ai 27° in estate e ai 19° in inverno. In realtà, sono previsti due gradi di tolleranza, che portano a 25° il limite durante i mesi estivi e a 21° quello nella stagione fredda. Al momento la normativa si rivolge agli uffici della pubblica amministrazione, agli enti locali e alle scuole ed è valida fino al 31 marzo 2023.
Cosa sancisce e a chi è destinata la nuova normativa sull’aria condizionata 2023?
Ribattezzata “Operazione termostato”, la norma contenuta nel Decreto Bollette valida dal 1° maggio 2022 al 31 marzo 2023 ma estesa fino all’inverno 2023, prevede che la temperatura dei condizionatori non superi la soglia dei 25 gradi all’interno dei luoghi di lavoro. Nel dettaglio, in estate, la media ponderata delle temperature misurata nei singoli ambienti dovrà essere minore di 27 gradi con una tolleranza di due gradi.
La limitazione della temperatura sarà applicata non solo alle pubbliche istituzioni ma anche alle scuole e alle sedi di enti locali, compresi gli uffici della pubblica amministrazione. Inoltre, la regola non terminerà con la fine dell'estate, rimanendo valida sino all’inverno 2023. Per questo motivo l’emendamento fissa anche un limite per il periodo invernale: non si potrà salire al di sopra dei 19 gradi, sempre con i due gradi di tolleranza.
L'obiettivo del governo è quello di risparmiare sul consumo di elettricità e gas stabilendo temperature fisse minime e massime sul posto di lavoro. Da tale normativa sono stati esclusi gli ospedali, le case di cura, le cliniche e le abitazioni private. Per i datori di lavoro che non rispettano tali limiti, sono previste sanzioni che vanno da 500 fino a 3000 euro.
Come migliorare il comfort termico nei posti di lavoro
Ricorrere a pareti spesse o ben isolate, aperture idonee, sistemi di schermatura e spazi esterni come i cortili, i quali offrono ombreggiatura e ventilazione naturale, sono alcune delle possibili soluzioni per aumentare il comfort termico e allo stesso tempo risparmiare energia.
Per quanto riguarda, invece, gli ambienti di lavoro che fanno ausilio di refrigerazione e riscaldamento artificiale, una soluzione potrebbe essere l’impiego del riscaldamento elettrico: grazie all’azione di efficientamento energetico, tale soluzione migliora le prestazioni energetiche dell’immobile, aumentando nel contempo il comfort termico.
Inoltre, l’impianto di riscaldamento elettrico non permette la circolazione di polveri e agenti inquinanti, per un’aria più salubre. Essendo una tecnologia a basso impatto ambientale, il riscaldamento elettrico consente di rispettare le temperature minime e massime stabilite dalla legge in tutti i luoghi di lavoro, comprese fabbriche e officine.
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